RetroCampus

Commodore Italiana

Di Mauro Corbetta.

Sergio Messa – primo direttore generale di Commodore Italiana

Essere un appassionato di informatica con il pallino del recensore, al giorno d’oggi, non regala molte emozioni. Un po’ per via di un mercato abbastanza standarizzato, un po’ per la carenza di eventi davvero importanti. E pensavo tra me e me, che bello sarebbe stato poter avere gli strumenti di comunicazione di massa odierni, solo una ventina d’anni fa, poter scrivere di qualche avvenimente “importante”, in un periodo carico di eventi che oggi possiamo definire storici. Proprio come l’astrofisico Neil deGrasse Tyson, che ha presentato il bellissimo show “COSMOS: A Spacetime Odyssey”, usando una “Nave dell’Immaginazione” per presentare efficaciemente argomenti altrimenti noisi, ha la particolarità, che con un gioco di fantasia, gli permette di attraversare il tempo e lo spazio, e così di poter assistere ai grandi eventi e poterli raccontare come se stessero per accadere proprio ora.

Anche noi useremo una “Nave dell’Immaginazione”, e a fantasia noi retrogamer siamo anche più bravi, e punteremo la data di destinazione al Maggio 1982, coordinate Cinisello Balsamo, in quel di Milano, in via F.lli Gracchi 48. Quella data per noi videogiocatori italiani, è importantissima: nasce la Commodore Italiana.

Per dover di cronaca la prima sede, secondo quanto attestato dalla rivista “MC Microcomputer”, era Piazza Meda 5, a Milano. Probabilmente nel maggio 1982 all’atto della fondazione firmarono per una sede in un altro ufficio, prima di spostarsi in breve tempo nella sede storica. Cambiò ragione sociale poco dopo, nel Settembre del 1983, da srl (società a responsabilità limitata) a società per azioni. Trentadue erano i dipendenti della Commodore Italiana, il cui bilancio fiscale – nel 1983 – è stato di 42.724 milioni di lire. Sergio Messa è dal 1982 direttore generale della società e James Bachman l’amministratore delegato.

“Si scrive Commodore, si pronuncia successo”: questo, in breve potrebbe essere lo slogan di un’industria che in pochi anni, nel campo dei computer ha conosciuto uno sviluppo quasi travolgente.

Nata a Toronto venticinque anni fa (1962) come ditta per la riparazione di macchine da scrivere, la Commodore ha ben presto lasciato il campo che l’aveva originata per dedicarsi a quello dell’elettronica e in particolare dei computer.

Quali i risultati di questa trasformazione? Con un fatturato che al giugno del 1984 ha raggiunto i 1267 milioni di dollari (pari a quasi 2500 miliardi di lire) e con un utile di 143,8 milioni di dollari, cifre in grado di sbalordire anche la ricchissma America, la Commodore International Limited è una delle tre più importanti società di micro e personal computer nel mondo e la prima in Europa, Italia compresa. Infatti è stato calcolato che entro la fine dell’anno in Italia, le famiglie, le piccole aziende, gli studi professionali e le scuole che giocheranno, programmeranno, suoneranno o semplicemente di divertiranno con un Commodore saranno più di un milione. Il successo della Commodore può essere sintetizzato in tre punti fondamentali:

A) 1977 nasce il PET (Personal Electronic Transaction) un microcomputer che per la prima volta al mondo permise di fissare il prezzo di un computer al di sotto di 1000 dollari.

B) 1980 nasce e viene commercializzato il famosissimo VIC-20, un home computer che acquisisce subito una poolarità incredibile ed è venduto in tutto il mondo in tre milioni di esemplari.

C) 1982 nasce e viele commercializzato il Commodore 64, che ad oggi ha raggiunto quattro milioni di esemplari.

Sono tutte e tre tappe fondamentali, che hanno fatto della Commodore la più grande compagnia al mondo nel campo dei microcomputer, con un numero di macchine installate decisamente superiore a tutte le concorrenti dirette.

Infatti la Commodore è oggi l’unico produttore in grado di offrire ad un mercato in continua espansione una linea completa di microcomputer sia dal punto di vista delle funzione, sia dell’impiego, sia dal prezzo.

E’ stato calcolato che nei prossimi anni ci sarà un vero e proprio boom del computer: esso diventerà indispensabile per lavorare, per scrivere, per gestire un conto in banca, le ricette di cucina e il budget familiare, per parlare con persone residenti dall’altra parte del globo, eccetera. Addirittura è stato ipotizzato che chi non saprà lavorare o comunque capire il linguaggio dei computer sarà sicuramente tagliato fuori dal mondo moderno e dovrà ridimensionare i propri sogni e le proprie ambizioni. Significativa a questo proposito è l’affermazione dei dirigenti della Commodore Italiana: <>.

Come si può vedere un programma ambizioso, ma non poteva essere che così per un’azienda che proprio in questi ultimi tempi ha introdotto nel suo consiglio di amministrazione un personaggio del calibro di Alexander Haig, ex segretario di Stato del Presidente Reagan e che, sotto il governo dei precedenti Presidenti degli Stati Uniti, ha ricoperto cariche di prestigio come quelle di Assistente in Capo delle Forze Alleate in Europa.

Un programma ambizioso, come dicevamo, che vuole fare anche di un bambino di cinque anni un esperto di computer: a questo proposito sarà opportuno ricordare che il film fantascentifico “WarGames” che alcuni anni fa vide alcuni ragazzi scatenare un computer in una vera e propria guerra atomica non è poi molto lontano dalla realtà. Infatt è proprio con un personal della Commodore che pochi mesi fa dei ragazzi di una scuola americana hanno violato i segreti dei Servizi Americani di controspionaggio. In Italia il merito del successo della Commodore è da attribuire in buona parte, oltre che alla buona qualità e alla facilità d’uso del prodotto, anche all’abilità di Sergio Messa, direttore generale della Commodore Italiana.

Quarantaquattro anni, sposato e con una figlia che ormai è diventata un’esperta di computer, Messa nell’ambiente degli specializzati viene ormai definito <> o il <>.

La Commodore chiuse i battenti nell’aprile 1994, per fallimento. Le cause sono state molteplici e luogo di diversi studi. Nel corso degli anni ci sono stati varie società che hanno tentato di riportare il vita il glorioso marchio, ma nessuna ha mai saputo sfuttare questa preziosa eredità.

Sergio Messa dopo la Commodore passò in Olivetti, per poi perdersi ogni sua traccia, sparì completamente dalla scena informica.

Alexander Haig è venuto a mancare in tempi recenti – 2010 – non si sa molto, poiché le uniche informazioni che si trovano quasi sempre sono notizie sulla sua attività politica, era un uomo molto famoso.

Si ringrazia per la foto “Quattro Bit”, di cui linkiamo un’interessante intervista a Sergio Messa.

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